Garantire la sostenibilità dei centri urbani è uno passo cruciale per la salvaguardia dell’ambiente e delle persone nei prossimi decenni.

Lo ribadisce con energia Elena Stoppioni, presidente di Save The Planet, intervenuta al Forum dell’agenzia stampa ANSA2030 trasmesso recentemente in streaming.

L’ondata dell’urbanizzazione è inarrestabile

Si calcola che nel 2030 il 60% della popolazione globale abiterà in città e la quota di residenti urbani è destinata a crescere ulteriormente fino al 70% entro il 2050.

Bisogna quindi adottare parametri di valutazione chiari e misurabili per monitorare e favorire lo sviluppo di un’urbanizzazione sostenibile che tuteli l’ambiente e la qualità della vita delle persone.
Servono metodologie precise di analisi e valutazione del fenomeno, come è già stato fatto con il sondaggio sul littering condotto per la campagna di comunicazione “Io la butto lì”, che ha permesso di capire come “le persone non vogliono combattere il degrado urbano attraverso le sanzioni ma vogliono incentivare comportamenti corretti e virtuosi da parte di tutti”.

Come si può monitorare la qualità dello sviluppo urbano?

Tra gli strumenti già disponibili per controllare e gestire la crescita urbana in maniera equilibrata c’è la normativa tecnica internazionale ISO 37120.
Questa normativa definisce gli indicatori per stabilire il livello della sostenibilità ambientale e di qualità della vita di una città.

È articolata in 128 punti chiave e i principali sono stati selezionati per la compilazione del report sulle Città sostenibili in Italia promosso e diffuso da Save the Planet (i risultati qui).

Tra i 45 indicatori di base, spiega ancora la presidente Elena Stopponi, ci sono indici molto differenti tra loro che “spaziano dalla presenza di aree verdi, al grado di obesità dei cittadini ai posti letto disponibili negli ospedali fino all’utilizzo e alla produzione di energie rinnovabili”.
Ampio spazio è dedicato al benessere della popolazione perché come chiarisce Stoppioni: “Lo sviluppo sostenibile di una città è quello che tiene i cittadini al centro. La definizione di sviluppo sostenibile nasce proprio dall’intersezione di 3 elementi che sono ecologia, economia e attenzione alla componente sociale. E ciascuno di questi fattori è imprescindibile.”

E in Italia, cosa si sta facendo?

“Se nel mondo grandi città come Parigi, Londra, Melbourne e Los Angeles hanno già fatto il proprio piano di misurazione dei 128 indicatori e si stanno addirittura certificando in Italia non era ancora stato fatto niente. Siamo molto bravi a raccogliere dati, meno a pianificare e attuare strategie. Per questo “spiega ancora Elena Stoppioni “una onlus come Save the Planet ha avviato una ricerca di questo tipo, proprio per creare una piattaforma aperta a cui chiunque possa contribuire”.

Puoi guardare tutti gli interventi della presidente di Save the Planet, di Gian Luigi Cervesato di JTI e degli altri partecipanti al forum qui