A pochi giorni dalla giornata mondiale senza sacchetti di plastica, nata per invitare le persone a servirsi di borse riutilizzabili invece che di sacchetti usa e getta in plastica (ne parliamo qui), vogliamo proporvi una riflessione sulle azioni che si stanno attuando per eliminare questo materiale dalle nostre vite.
Dal 14 gennaio 2022, in Italia (a seguito della posizione presa dall’Unione Europea), entrano in vigore le norme contro la plastica monouso che vietano la vendita di posate, piatti, cannucce e altri prodotti in plastica come i cotton fioc, gli agitatori per bevande le aste dei palloncini, alcuni tipi di contenitori per alimenti e tutti quelli per bevande in polistirene espanso. Sono compresi nell’elenco anche tutti i prodotti “oxo-degradabili”, ovvero composti di un materiale in grado di decomporsi in presenza di ossigeno.
A fine maggio 2022 è uscito il primo rapporto del consorzio Biorepack, che si occupa del riciclo di plastiche compostabili (quelle che si possono mettere nella frazione umida dei rifiuti). Il dato che salta subito all’occhio è che oltre la metà dei Comuni italiani ha già aderito al consorzio, raggiungendo circa il 61% della popolazione totale residente. Questo indica sicuramente l’aumento della sensibilità degli amministratori su questo tema. Vogliamo ricordarvi che nella scorsa edizione di #iolabuttolì i nostri promotori, JTI e Save The Planet, hanno promosso il primo corso e-learning gratuito per la Pubblica Amministrazione: “LA TRANSIZIONE ECOLOGICA DELLE CITTÁ”. L’obiettivo è stato dare un aiuto concreto ai funzionari che vogliono essere formati e informati riguardo al tema delle città sostenibili.
Cambiamenti stanno avvenendo anche nella filiera ittica e della coltivazione della canapa: unendo questi mondi si stanno sperimentando le prime reti in canapa per le cozze di Taranto al posto di quelle in plastica o di altri materiali non biodegradibili. Questa scelta porta alla riduzione dell’inquinamento e dell’impatto ambientale. Si è notato inoltre che le cozze crescono 6 volte di più rispetto a quelle allevate nelle reti sintetiche.
Quando si parla di plastica si pensa subito al mare, ma anche i laghi ne sono colpiti, se ne occupa il progetto Life Blue Lakes, studiando in particolare le microplastiche nei laghi di Bracciano e Trasimeno. Nei campioni raccolti la forma maggiormente rilevata è la microplastica derivante dalla disgregazione dei rifiuti. Questi studi sono fondamentali per poter pianificare soluzioni per impedirne la dispersione nell’ambiente, creare una migliore strategia per la gestione dei rifiuti e adeguare gli impianti di depurazione.
Vogliamo ricordare che l’inquinamento da microplastica deriva anche dai tessuti, ne avevamo parlato in modo approfondito in questo articolo.
Vuoi approfondire i temi della sostenibilità in tutte le sue forme? Rimanere aggiornato sulle notizie e gli avvenimenti che riguardano la salvaguardia dell’ambiente? Abbracciare scelte sostenibili? Segui e invita a seguire la campagna #iolabuttolì!