Ne abbiamo parlato anche con gli influencer che si sono fatti coinvolgere da #IoLaButtoLì.
A volte, cambiare prospettiva aiuta ad aprire gli occhi sul problema del littering.
Immaginiamo per un attimo di essere alti appena un paio di centimetri e di camminare sul marciapiede.
La gomma da masticare? Sotto i nostri piccoli piedi, il chewing gum si trasformerebbe da antipatico inconveniente a trappola appiccicosa.
Poi, ecco arrivare una serie di operai, minuscoli come noi, occupati nell’impegnativa rimozione di quelli che ci sembrano rifiuti innocui e impercettibili (quanto è ingombrante una lattina per chi è alto 2 centimetri?).
Oppure, finiremo per adattarci e a prenderci una vacanza e campeggiare in una foresta di mozziconi di sigarette (guarda il video) come succede in tante opere dell’artista inglese Slinkachu?
Ne hai mai sentito parlare?
Dal 2006 realizza e cura “Little People Project“, una serie di diorami, un po’ surreali, che mostrano scene di vita in un minuscolo mondo parallelo.
Dai un’occhiata alle sue opere.
Molte delle sue creazioni ci mostrano la vita ad altezza littering. Una prospettiva insolita ma, proprio per questo, istruttiva.
Dall’arte alla realtà
Vogliamo uscire dal mondo della fantasia e fare una capatina nel più brutale mondo reale? Rimaniamo in uno spazio urbano o con una forte presenza umana.
La gomma da masticare sputata o lasciata distrattamente in giro, oltre a deturpare l’ambiente, può appiccicarsi sul pelo, sulle piume o sulle zampe degli animali e rendere i loro movimenti più difficili.
È per questa ragione che un chewing gum masticato va SEMPRE buttato nel cestino avvolto nel suo involucro o in un altro pezzetto di carta!
Gli animali affamati in cerca di cibo possono rimanere incastrati col muso nei barattoli di vetro o plastica.
Capita pure che i piccoli rettili restino intrappolati nelle lattine in cui si sono rifugiati. Per questo non dobbiamo lasciare in giro questo tipo di rifiuti ma differenziarli (se il materiale lo consente, schiacciandoli prima di smaltirli).
Poi, ci sono le mascherine.
Secondo i dati riportati ad aprile in un articolo del National Geographic (lo trovi qui) ogni mese ne usiamo globalmente 129 (ripetiamo, 1-2-9) miliardi.
Questi dispositivi di protezione individuale sono indispensabili per proteggere la salute collettiva ma non devono trasformarsi in littering.
Perché?
Spostiamoci per un attimo dalla città al mare.
Una singola mascherina non smaltita correttamente che riesce a raggiungere il mare, rilascia in acqua fino a 173.000 microfibre al giorno e aggrava l’inquinamento dell’ambiente marino.
Ora, torniamo pure in città.
L’abbandono indiscriminato di mascherine all’aperto non costituisce solo un problema economico ma anche sanitario.
Non è una grande idea seminare in giro mascherine potenzialmente contaminate, giusto?
(IFLScience, il celebre sito di divulgazione americano ne aveva parlato qui).
Non possiamo dimenticare i mozziconi di sigaretta.
La loro presenza su prati, strade, spiagge e lastricati non è solo un pugno nell’occhio per l’estetica ma contribuisce anche al rilascio nell’ambiente di svariate sostanze tossiche.
I ricercatori dell’Anglia Ruskin University, nel Regno Unito, hanno scoperto che la presenza di mozziconi sul suolo crea problemi alla crescita del trifoglio e dell’erba (puoi leggere i risultati del loro studio qui).
Per i mozziconi, poi, vale lo stesso discorso delle microplastiche (ne avevamo parlato in questa pagina del nostro Diario): avvelenano l’ecosistema marino e noi ce li ritroviamo nel piatto.
Vuoi approfondire? Il rapporto tra i mozziconi di sigaretta e inquinamento ambientale è stato evidenziato anche dal Ministero della Salute.
Che fare allora?! Dalla Germania una proposta drastica
Come al solito, possiamo contare sull’impegno personale che può innescare un contagio virtuoso per coinvolgere gli altri e la collettività nella lotta al littering.
La nostra iniziativa #IoLaButtolì nasce proprio per favorire la sensibilizzazione verso le buone pratiche a tutela dell’ambiente e la sostenibilità!
Ma oggi vogliamo concludere questa pagina del nostro diario con una notizia arrivata a fine agosto dalla Germania, dove si sta pensando di attuare una soluzione drastica al problema.
Quale?
Quella di far pagare i conti del littering ai produttori di oggetti usa e getta.
“L’unica cosa giusta da fare è sgravare i cittadini da questo peso e chiedere ai produttori di usa e getta di farsi carico di tali costi” ha spiegato Ministero dell’Ambiente tedesco. (Se vuoi saperne di più, trovi info qui).
Cosa ne pensi?
Utopia irrealizzabile oppure è proprio la svolta che ci voleva?