Ricordi?
Abbiamo concluso la nostra precedente pagina di diario con la constatazione dell’urgenza di abbassare drasticamente le emissioni di gas serra.
Come hanno ricordato anche i Badaboom durante la loro videointervista a Villa Petriolo ridurre queste emissioni non è facile ma è più che mai necessario.
Oggi – e meno male! – la necessità di promuovere e applicare strategie di sviluppo sostenibile è condivisa da un numero sempre più grande di persone e istituzioni. Anche le Nazioni Unite nel 2015 hanno stilato un elenco di 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030 (puoi approfondire qui).
Ormai è chiaro: se non è sostenibile non è sviluppo. Al massimo, è una specie di ipertrofia.
Ma che significa in soldoni che lo sviluppo deve essere sostenibile?
Significa che deve fondarsi sull’intersezione di tre componenti: quella ambientale, quella sociale e quella economica.
La sostenibilità ambientale prevede l’uso oculato (e non lo sfruttamento) delle risorse ambientali in modo che vengano valorizzate e non esaurite.
La sostenibilità sociale si realizza quando le persone possono usufruire di servizi che ne tutelino la buona qualità della vita (sicurezza, salute, istruzione…).
La sostenibilità economica, infine, genera lavoro e reddito per la popolazione.
Un po’ di storia
Abbiamo esordito ricordando come la sostenibilità sia una questione che oggi è considerata sempre più calda dall’opinione pubblica.
Il tema però non è nuovo, anzi è piuttosto maturo: se ne parla infatti da alcuni decenni.
La nozione di sviluppo sostenibile è infatti comparsa per la prima volta nell’ormai lontano 1987, all’interno di Our Common Future un documento della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (anche noto come rapporto Brundtland).
Tra le sue pagine si legge infatti:
“Lo sviluppo sostenibile è quello che soddisfa le necessità delle generazioni presenti senza compromettere le possibilità delle future generazioni di soddisfare le proprie”.
Se vuoi dare un’occhiata al documento (in lingua inglese) lo trovi qui.
…E un po’ di futuro
Insomma, già agli albori il concetto di sostenibilità era strettamente intrecciato con il futuro delle giovani generazioni.
Non è un caso (né un vezzo o una velleità di contestazione), quindi, se i giovanissimi sono in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico e a favore di provvedimenti strutturali per promuovere la costruzione di un mondo sostenibile.
Mentre la consapevolezza delle persone e delle istituzioni aumenta, è importante sottolineare che stanno crescendo anche le conoscenze tecniche (dall’ingegneria all’economia) per realizzare concretamente questo obiettivo.
Una delle strade più promettenti? Si chiama economia circolare!
Puoi scoprire di più sulla logica della circolarità in questo articolo pubblicato sul sito dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.