Il termine inglese littering indica l’abbandono di rifiuti di piccole dimensioni in spazi pubblici come strade, piazze, parchi, spiagge e boschi.
Questa cattiva abitudine rappresenta purtroppo un fenomeno in crescita, legato a uno stile di vita improntato all’usa e getta sempre più diffuso. Le conseguenze sono però importanti: inquinamento ambientale, degrado e danno estetico, effetti sulla qualità di vita ed elevati costi di igiene urbana sono il prezzo da pagare.
Non solo il degrado costa, ma il fatto di avere rifiuti sparsi per città, mare e montagna incide sulla qualità di vita e sul senso di sicurezza negli spazi pubblici. Un Paese ad alta vocazione turistica come l’Italia, deve per forza pensare all’attrattività che rischia di perdere se i visitatori trovano le nostre bellezze cittadine e naturali immerse nel degrado.
Cosa si intende per piccolo rifiuto? I mozziconi di sigaretta, i chewin gum, le bottiglie e le lattine, le confezioni di bevande, le mascherine, i pezzi di carta e di vetro, i sacchetti di plastica, gli avanzi di cibo, le confezioni di alimenti e i piccoli imballaggi in genere.
Secondo il sondaggio lanciato da Save The Planet, solo 3 italiani su 10 conoscono il significato della parola littering ma, nonostante questo, 9 intervistati su 10 identificano l’abbandono dei piccoli rifiuti nell’ambiente come un problema molto serio.
Sono i giovani i più intolleranti all’abbandono dei rifiuti per strada, negli spazi naturali o nelle aree pubbliche. Nel 99% dei casi rilevati, se si trovano una cartaccia tra le mani la tengono in tasca fino a quando non hanno la possibilità di smaltirla correttamente, spesso fino a casa. Non solo, sono i 18-24enni a dichiarare di intervenire se vedono qualcuno gettare cartacce per terra, andando dal responsabile per redarguirlo.