L’abbiamo sottolineato spesso: “Il rifiuto più sostenibile è quello che non viene prodotto”.

Le confezioni di plastica sono uno dei rifiuti più diffusi.
Tantissimi tecnici e ricercatori, dopo essersi fusi i neuroni su quale sia il modo migliore per smaltirli hanno concluso che, quando possibile, sfuso è meglio e che il packaging plastico più sostenibile è quello che non c’è. 


Oltre a buttare gli scarti negli appositi contenitori, oggi più che mai è ora di abituarci al #IoLoRiusoCosì e di non seppellire nei bidoni dell’immondizia flaconi e scatole che aspirano solo a essere riutilizzati e a continuare a fare il loro mestiere di contenitori.

Finalmente, la lotta al rifiuto libero e all’imballaggio selvaggio è sempre più accettata e condivisa, non solo a livello individuale ma anche da istituzioni e governi.
Una prova?
Il Governo italiano ha finalmente stabilito di erogare il bonus anti-plastica (approvato nel 2019) per limitare l’utilizzo di imballaggi e packaging plastico.
Lo stanziamento iniziale ammonta a 40 milioni di euro.

A chi si rivolge

I beneficiari di questo incentivo sono i negozi di detergenti e generi alimentari. Gli esercenti che sceglieranno di vendere prodotti sfusi potranno accedere a un contributo fino a 5.000 euro.
La clientela sarà invitata a portare da casa i propri recipienti: flaconi, borse in tessuto o contenitori per l’acquisto di prodotti come detersivi, caramelle, biscotti, bevande…
In alternativa i commercianti potranno anche vendere, in abbinamento ai prodotti sfusi, anche un contenitore riutilizzabile.

Puoi approfondire leggendo questo articolo pubblicato sul sito de Il Sole 24 Ore e sulla Gazzetta ufficiale (leggi qui).

Un piccolo passo? Certamente, ma la leggenda del colibrì ci ricorda che sono le azioni minuscole che diffondono i comportamenti e le abitudini capaci di fare la differenza, proprio da qui nasce #IoLaButtoLì