Il tempo passato a Villa Petriolo ha permesso a noi di #IoLaButtoLì di dare una sbirciatina al futuro possibile, ma anche il passato a volte riserva grosse sorprese.

Lo sapevi?
Pare che gli antichi greci fossero dotati di una normativa anti-littering. Infatti, sull’isola di Paros è stata ritrovata un’iscrizione che ammonisce:

Chi getta immondizia per strada deve 51 dracme a chi vuole raccoglierla”.

Lungimirante, giusto?
E pensare che ai tempi dell’antica Grecia non esistevano ancora mozziconi di sigaretta, bottiglie di plastica, lattine di alluminio e tanti altri oggetti fatti con materiali che impiegano tempi lunghi o lunghissimi a decomporsi.
È noto, per esempio, che un mozzicone di sigaretta, la tipologia di rifiuti più diffusa al mondo, ci mette circa un decennio per degradarsi.

Ma un decennio è niente in confronto agli oltre 400 anni richiesti per la degradazione di una bottiglia di plastica. E una volta degradata… tutto risolto? Niente affatto! Sappiamo che in realtà la plastica non si decompone completamente, ma si scinde in frammenti sempre più piccoli (le famigerate microplastiche) che vengono mangiate dai pesci (vuoi approfondire? Leggi questo articolo).
Così, va a finire che la bottiglietta che non abbiamo buttato nel bidone della plastica ce la ritroviamo nel piatto.
Una prospettiva decisamente poco invitante, giusto?
Facciamolo presente a chi fa spallucce davanti alle bottiglie di plastica abbandonate per strada.
“O le butti nel posto giusto o te la mangerai domani”. 

Il littering (ci) costa

C’è un aspetto che può toccare le corde sensibili di chi è meno attento all’ambiente? Certo che c’è!

In Svizzera, un paese considerato tradizionalmente rigoroso, qualche anno fa hanno fatto due conti. L’Ufficio Federale dell’Ambiente ha pubblicato uno studio secondo il quale le spese per la gestione del littering nel 2010 ammontavano a qualcosa come 192 milioni di franchi svizzeri. Spese che finiscono per ricadere sulle amministrazioni locali e sui trasporti pubblici e, in ultima analisi, sulle tasche di contribuenti e viaggiatori.
(Puoi trovare un’analisi dei dati qui).

Provare a fare una stima di questi costi nel nostro paese è complicato. Ma, se è difficile ipotizzare una cifra, le conseguenze pratiche sono le stesse che in Svizzera. 

I costi, da quelli della pulizia delle strade a quelli per il ripristino del decoro negli spazi pubblici, ricadono sul portafoglio di tutti noi.

Allora, che fare?

Combattere il degrado ambientale? Certamente, perché ci fa guadagnare tutti. Innanzitutto migliora la qualità della vita. Camminare su strade ordinate e rilassarsi su spiagge pulite è molto più piacevole, vero?
La regola d’oro? Mantieni puliti, in ordine e in buono stato gli spazi della comunità.
Come abbiamo visto all’inizio di questo articolo, già nell’antichità esistevano sanzioni per chi abbandonava i rifiuti. Oggi, però, sappiamo che la promozione delle buone abitudini è molto più efficace di multe e sanzioni per favorire il rispetto delle risorse e dell’ambiente. Un luogo già degradato, infatti, aumenta la propensione alla trascuratezza e all’abbandono.

Gettiamo i rifiuti nel posto giusto: fa bene al nostro senso civico, all’ambiente e alla collettività.
È la convinzione a cui aderiamo tutti noi di #IoLaButtoLì.
Più stiamo attenti, più i comportamenti virtuosi diventano contagiosi!
Diffondiamo l’entusiasmo per le buone pratiche!